ART. PUBBLICATO sul "FINANZIERE"
L’obesità è una patologia invalidante per la salute, caratterizzata da un accumulo anormale di grasso nel sottocute. Quando le calorie ingerite con l'alimentazione quotidiana sono superiori alle calorie spese nell'arco della giornata, l’organismo trasforma questo eccesso in grasso e lo conserva negli adipociti, le cellule che formano il tessuto adiposo. Nel tempo si è assistito ad un incremento costante del fenomeno dell’obesità. Solo in Italia circa il 10% della popolazione adulta italiana è definibile obesa e il 35% è in sovrappeso.
Mensile di attualità, cultura e informazione professionale della Guardia di Finanza, fondato nel 1886.
L’obesità è una patologia invalidante per la salute, caratterizzata da un accumulo anormale di grasso nel sottocute. Quando le calorie ingerite con l'alimentazione quotidiana sono superiori alle calorie spese nell'arco della giornata, l’organismo trasforma questo eccesso in grasso e lo conserva negli adipociti, le cellule che formano il tessuto adiposo. Nel tempo si è assistito ad un incremento costante del fenomeno dell’obesità. Solo in Italia circa il 10% della popolazione adulta italiana è definibile obesa e il 35% è in sovrappeso.
Per
stabilire il grado di sovrappeso o obesità esiste l'Indice
di Massa Corporea
(IMC),
che si ottiene dividendo il peso in Kg per il quadrato dell’altezza
espressa in metri (kg/m2).
Tale
misurazione ha una validità relativa, in quanto non tiene conto
della percentuale di massa grassa e magra dell’individuo (es. un
soggetto muscoloso potrebbe risultare sovrappeso o obeso).
Possiamo
distinguere due biotipi
costituzionali:
obesità di tipo androide (che
ricorda la forma della mela) e obesità ginoide (che ricorda la forma
della pera).
L’obesità
androide o viscerale (grasso localizzato nella fascia addominale) è
fortemente correlata con il rischio di patologie cardiovascolari,
ipertensione e diabete mellito di tipo II.
L’obesità
ginoide (grasso in eccesso dalla vita in giù), è generalmente
associata a difficoltà nella circolazione periferica e del ritorno
veno/linfatico.
Le
cause che portano a questa patologia sono da ricercare dall’interazione di fattori genetici e comportamentali a cui si
associano spesso problematiche psicologiche.
Per
migliorare gli squilibri cognitivo – comportamentali nell’obeso è
necessario interventi di professionalità diverse quali il medico
cardiologo,
il dietologo
e
lo psicologo
e soprattutto un personal trainer.
L’OBESO
IN PALESTRA
Proporre
un programma adeguato alle sue capacità motorie è importante sia
per la sua sicurezza ma soprattutto per evitare lo scoraggiamento.
Iniziare con un riscaldamento 5/8 min di cyclette recline per
facilitare in ritorno venoso. Seguire con esercizi di respirazione in
allungamento globale per 10 min. Proporre esercizi multi articolari
di potenziamento muscolare con carichi leggeri e un numero maggiore
di ripetizioni, eseguendo i movimenti in maniera controllata. Alla
fine proporre attività di tipo aerobico come il cammino, monitorando
la frequenza cardiaca senza mai superare l’80% della medesima, per
un tempo minimo di 10 minuti che poi andrà ad aumentare.
Il
tempo da dedicare ogni volta all'attività fisica deve essere non
meno di 45 minuti, per una frequenza settimanale di minimo tre volte,
alternando un giorno di riposo ed uno di lavoro. Questo
ritmo di lavoro è applicabile a qualunque attività si decida di
praticare.
Da
non sottovalutare l’aspetto psicologico di una persona in
sovrappeso che si appresta ad affrontare attività motoria. Per
questo si consiglia spesso di fare esercizi in acqua, come acquagym o
acquabike, perché questo elemento consente di far percepire il
proprio corpo in maniera diversa.
Un'attività
fisica regolare è il miglior presupposto per il mantenimento del
peso a lungo termine. Facciamone un stile di vita.
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