martedì 20 ottobre 2015

Autoposture Mezieres: la ginnastica efficace per il ripristino dell’equilibrio morfo-posturale

ART. PUBBLICATO sul "FINANZIERE"

Mensile di attualità, cultura e informazione professionale della Guardia di Finanza,
fondato nel 1886.
 
 
E’ stato presentato a Roma, per  la prima volta a livello internazionale, il corso “Autoposture Mézières”.  A condurlo, il Prof. Jean Marc Cittone, fisioterapista, osteopata, esperto di Biomeccanica del movimento di fama europea, allievo e collaboratore diretto di Françoise Mézières, alla quale si deve la creazione di questo innovativo metodo di ginnastica posturale.
Il metodo ideato dalla fisioterapeuta francese ha conquistato nel corso degli ultimi decenni l’interesse generale degli specialisti di medicina tradizionale che si occupano di postura.
La scoperta della Mézières è stata che la muscolatura posteriore del corpo (rappresentata in figura) si comporta come un solo grande muscolo e che tali distretti muscolari sono troppo “forti” e troppo “corti” e non deboli come fino ad allora insegnava la cinesiologia classica.
Cittone ha sempre sostenuto che “portare alcune posture del metodo tradizionale Mézières, utilizzato per anni in riabilitazione in ambito preventivo, consente di mantenere un miglior stato di salute”. In nessun caso le autoposture proposte in questa ginnastica possono sostituirsi ad una terapia, ma sicuramente sono un ottimo ausilio per liberare, gli sportivi e non solo, dalle tensioni muscolari oltre a prevenire e migliorare problematiche come lombalgie, cervicalgie, etc.
A differenza dello stretching settoriale classico, che prevede il lavoro analitico sul singolo muscolo, le Autoposture Mézières agiscono in maniera globale sulla catena muscolare posteriore. Questo permette di evitare “i compensi” che naturalmente si verificano lavorando su singoli muscoli e che alterano la riuscita del risultato. Infatti, la persona che esegue le Autoposture Mezieres, diventa parte attiva del lavoro, alla continua ricerca della massima estensione delle catene muscolari da allungare.
Questo metodo agisce in modo efficace non solo sui muscoli, ma anche sulla fascia, quella struttura di tessuto connettivo denso che si estende senza soluzione di continuità, come una grande ragnatela (rappresentata in figura), su tutte le strutture muscolo-scheletriche del corpo e le pone in connessione biomeccanica reciproca. Proprio perché agisce sulla struttura, i suoi effetti sono visibili e durano a lungo nel tempo. 
 
I 4 principi su cui si fondano le Autoposture, gli stessi del metodo riabilitativo Mézières, sono: 
1.   allineamento vertebrale, che consiste nel mantenere sullo stesso piano l’osso occipitale, l’altezza delle scapole e l’osso sacro;
2.  enfasi espiratoria, tecnica di respirazione che prevede un’enfatizzazione della fase espiratoria, mediante lo svuotamento completo di aria dai polmoni “liberando il soffio”, mentre l’inspirazione rimane naturale ed automatica;
3.   extrarotazione degli arti, con il mantenimento dell’extrarotazione delle radici degli arti durante le Autoposture per compensare la loro tendenza all’intrarotazione;
4.   auto-allungamento continuo, per ricercare costantemente durante il lavoro, l’auto accrescimento, nel rispetto dei principi sopra esposti.   
 
CONSIGLI UTILI
 
E’ noto a tutti che la postura è come un'impronta digitale. E’ unica per ogni persona ed è condizionata da tanti fattori come la storia motoria individuale, i traumi fisici ed emotivi vissuti, lo stress dell’attività lavorativa e sportiva che conduciamo e via discorrendo.
Le Autoposture Mézières, eseguite regolarmente nel tempo, liberano definitivamente il corpo dalle tensioni muscolari, causa delle cattive posture che generano molti dei malanni che ci affliggono quotidianamente. Il rispetto delle quattro regole di base e la “durata” delle posizioni assunte nelle autoposture, è condicio sine qua non per l’ottenimento del risultato finale. Sempre, ovviamente, sotto il controllo di uno specialista.
  

DIVENTIAMO I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SALUTE
 

 

 

IL LATTE VACCINO? MODERIAMONE L’ASSUNZIONE

ART. PUBBLICATO sul "FINANZIERE"

Mensile di attualità, cultura e informazione professionale della Guardia di Finanza,
fondato nel 1886.
 
 
 
 
 
 
 


Sempre più spesso si sente parlare del latte vaccino (di mucca) e dei suoi benefici. Alcuni specialisti sostengono che sia un alimento completo, ricco di calcio, quindi ottimo per la salute delle ossa, altri al contrario affermano che può essere la causa di alcuni tumori e allergie.
La letteratura scientifica non può esserci molto d’aiuto in quanto differenti studi sull’argomento si trovano in contraddizione. Tralasciando le correnti di pensiero, sarebbe opportuno chiederci: perché nel regno animale solo l’uomo dopo lo svezzamento continua a nutrirsi di latte? Perché la natura permette alla mamma di produrlo per un periodo limitato di tempo? Il latte materno e il latte vaccino hanno la stessa composizione chimica? Cosa succede al latte dopo la cottura?
Ebbene si, siamo gli unici ad alimentarci con il latte dopo lo svezzamento e sicuramente il latte vaccino non possiede le stesse proprietà nutritive del latte materno.
Sinteticamente, il calcio contenuto nel latte di mucca è tre volte superiore a quello umano, con più colesterolo e grassi saturi. Inoltre si deve tener conto che le mucche potrebbero essere nutrite con degli alimenti poco naturali con l’aggiunta di ormoni e antibiotici al fine di raggiungere elevate produzioni.
 
 
Altro elemento su cui riflettere, è che tutti i mammiferi appena nati hanno l’enzima “lattasi” capace di scomporre il lattosio, lo zucchero principale contenuto nel latte, in due zuccheri semplici glucosio e galattosio, facilmente assorbibili e utilizzati come fonte di energia. Dopo lo svezzamento, il regime alimentare cambia e la maggior parte delle persone, in media tre su quattro, dopo qualche anno non producono più questo importante enzima.

Molti di noi credono che il latte sia la migliore fonte di calcio disponibile. Da un certo punto di vista è vero, ma il latte dei supermercati  per essere sicuro viene pastorizzato e omogeneizzato. Questi processi permettono di eliminare i batteri presenti che sono dannosi per la nostra salute, ma alterano la struttura dei nutrienti presenti ed eliminano anche enzimi e batteri buoni per noi.
Recenti studi hanno messo in evidenza quanto la caseina, che rappresenta l’80% delle proteine del latte di mucca, con la pastorizzazione viene denaturata, portando ad una permealizzazione della mucosa intestinale rendendola più debole.
Quindi il latte è il male? Assolutamente no, se assunto con moderazione non diventando il sostitutivo di un pasto, come spesso succede nell’alimentazione dei bambini e a volte anche fra gli adulti che prediligono ordinare un cappuccino in più al bar piuttosto che un pasto.
Ma allora dove prendere l’apporto di calcio necessario al nostro corpo? Non tutti sanno che è contenuto in molti altri alimenti anche di origine vegetale quali: alici, polpo, soia, mandorle, spinaci, broccoli, fichi secchi e ovviamente l’acqua stessa.
CONSIGLI UTILI
 
Partendo dalla considerazione che il latte è un alimento molto saporito, invitante e di facile fruizione, non bisogna considerarlo una cura per particolari patologie scheletriche (ad esempio l’osteoporosi) e neuromuscolari.
Il consiglio è limitare molto il consumo di latte e dei suoi derivati, cercando di prediligere le fonti vegetali, e di non dimenticare un altro protagonista fondamentale, utile a fissare il calcio nelle ossa che è la  vitamina D, stimolata dai raggi ultravioletti del sole e fornita da altri alimenti quali il salmone e il merluzzo.
Quindi, alimentarsi in maniera varia e non lasciarsi influenzare da pubblicità ingannevoli, può essere un giusto compromesso per una vita più salutare.
“DIVENTIAMO I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SALUTE”