Mensile di attualità, cultura e informazione professionale della Guardia di Finanza,
fondato nel 1886.
Sempre più spesso si sente parlare del latte
vaccino (di mucca) e
dei suoi benefici. Alcuni specialisti sostengono che sia un alimento completo,
ricco di calcio, quindi ottimo per la salute delle ossa, altri al
contrario affermano che può essere la causa di alcuni tumori e allergie.
La letteratura
scientifica non può esserci molto d’aiuto in quanto differenti studi sull’argomento
si trovano in contraddizione. Tralasciando le correnti
di pensiero, sarebbe opportuno chiederci: perché nel regno animale solo l’uomo
dopo lo svezzamento continua a nutrirsi di latte? Perché la natura permette
alla mamma di produrlo per un periodo limitato di tempo? Il latte materno e il
latte vaccino hanno la stessa composizione chimica? Cosa succede al latte dopo
la cottura?
Ebbene si, siamo gli
unici ad alimentarci con il latte dopo lo svezzamento e sicuramente il latte
vaccino non possiede le stesse proprietà nutritive del latte materno.
Sinteticamente, il calcio contenuto nel latte di mucca è tre volte superiore
a quello umano, con più colesterolo e grassi saturi. Inoltre si deve tener
conto che le mucche potrebbero essere nutrite con degli alimenti poco naturali
con l’aggiunta di ormoni e antibiotici al fine di raggiungere elevate
produzioni.
Altro elemento su cui
riflettere, è che tutti i mammiferi appena nati hanno l’enzima “lattasi” capace di scomporre il lattosio,
lo zucchero principale contenuto nel latte, in due zuccheri semplici glucosio e
galattosio, facilmente assorbibili e utilizzati come fonte di energia. Dopo lo
svezzamento, il regime alimentare cambia e la maggior parte delle persone, in
media tre su quattro, dopo qualche anno non producono più questo importante
enzima.
Molti di noi credono che
il latte sia la migliore fonte di calcio disponibile. Da un certo punto di
vista è vero, ma il latte dei supermercati
per essere sicuro viene pastorizzato e omogeneizzato. Questi processi permettono
di eliminare i batteri presenti che sono dannosi per la nostra salute, ma
alterano la struttura dei nutrienti presenti ed eliminano anche enzimi e
batteri buoni per noi.
Recenti studi hanno
messo in evidenza quanto la caseina, che rappresenta l’80% delle proteine del
latte di mucca, con la pastorizzazione viene denaturata, portando ad una
permealizzazione della mucosa intestinale rendendola più debole.
Quindi il latte è il
male? Assolutamente no, se assunto con moderazione non diventando il
sostitutivo di un pasto, come spesso succede nell’alimentazione dei bambini e a
volte anche fra gli adulti che prediligono ordinare un cappuccino in più al bar
piuttosto che un pasto.
Ma allora dove
prendere l’apporto di calcio necessario al nostro corpo? Non tutti sanno che è
contenuto in molti altri alimenti anche di origine vegetale quali: alici,
polpo, soia, mandorle, spinaci, broccoli, fichi secchi e ovviamente l’acqua
stessa.
CONSIGLI
UTILI
Partendo dalla
considerazione che il latte è un alimento molto saporito, invitante e di facile
fruizione, non bisogna considerarlo una cura per particolari patologie
scheletriche (ad esempio l’osteoporosi) e neuromuscolari.
Il consiglio è
limitare molto il consumo di latte e dei suoi derivati, cercando di prediligere
le fonti vegetali, e di non dimenticare un altro protagonista fondamentale,
utile a fissare il calcio nelle ossa che è la
vitamina D, stimolata dai raggi ultravioletti del sole e fornita da
altri alimenti quali il salmone e il merluzzo.
Quindi, alimentarsi
in maniera varia e non lasciarsi influenzare da pubblicità ingannevoli, può
essere un giusto compromesso per una vita più salutare.
“DIVENTIAMO I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SALUTE”
Nessun commento:
Posta un commento