mercoledì 24 aprile 2013

L'INFIAMMAZIONE. QUANDO E PERCHE' SI VERIFICA

ART. PUBBLICATO sul"FINANZIERE"
Mensile di attualità, cultura e informazione professionale della Guardia di Finanza, fondato nel 1886.



L'INFIAMMAZIONE. QUANDO E PERCHE' SI VERIFICA

L’infiammazione o flogosi è un meccanismo biologico di difesa che si attiva in risposta ad un  danno tessutale, facilitando l’intervento dei componenti del Sistema Immunitario nelle sedi in cui si è verificata un’intrusione biologica  e dà avvio alla riparazione del danno.
Gli stimoli lesivi possono avere origine esogena: fisici (traumi, ustioni, radiazioni, ecc.), chimici (sostanze tossiche, acidi, ecc.) o biologici (parassiti, microrganismi come batteri, virus, funghi, ecc.); oppure origine endogena: disordini metabolici o alterazioni immunitarie.
Normalmente quando si parla di un’infiammazione si aggiunge il suffisso –ite all’organo interessato  (es.: epatite, polmonite, artrite, ecc.), perché si tratta di una  reazione prevalentemente locale.  Ma quando l’intensità supera una certa soglia, si verificano anche fenomeni sistemici con formazione di nuove molecole che rispondono all’agente lesivo anche su organi anatomicamente distanti.


I sintomi della flogosi sono:

1.     Calor (aumento della temperatura locale)
2.     Rubor (colorazione rossastra per iperemia)
3.     Tumor (gonfiore della zona interessata)
4.     Dolor (dolore costante oppure che si verifica al tatto e/o movimento)
5.     Functio laesa (compromissione funzionale)

Durante il processo infiammatorio si assiste ad una sequenza di eventi che possono essere riassunti come segue:

          A.   Vasodilatazione iniziale dei vasi (capillari) per un aumento del flusso
                  sanguigno che porta all’aumento della temperatura e all’arrossamento
           B.   Rallentamento successivo del flusso fino alla stasi
           C.   Fuoriuscita di liquido e leucociti nella matrice interstiziale (fenomeno della
                  diapedesi) che causa il gonfiore della parte interessata.

L’infiammazione si distingue in due  tipologie, acuta (angioflogosi) e cronica (istoflogosi). La prima, si presenta con un inizio brusco ed è caratterizzata da fenomeni vascolo-essudativi, aumento della permeabilità dei capillari e della migrazione dei leucociti che portano alla comparsa dei sintomi precedentemente descritti. Nel tempo, può trasformarsi in forma cronica oppure risolversi.
L’infiammazione cronica può manifestarsi dopo la fase acuta, ma anche nascere direttamente in questa forma. Si distingue per una maggiore durata (mesi/anni), per l’attenuazione dei fenomeni vascolo-ematici e per la prevalenza di migrazione di cellule mononucleate monociti e linfociti nell’interstizio e la loro moltiplicazione e differenziazione in elementi diversi quali macrofagi e plasmacellule. Durante il loro lungo decorso le flogosi croniche possono andare incontro a episodi di riacutizzazione, tipiche dell’infiammazione acuta.
Una postura scorretta protratta nel tempo, l’utilizzo eccessivo e poco funzionale di alcune strutture anatomiche (perseverare dell’esposizione all’agente flogogeno), spesso sfociano nell’infiammazione cronica.
Per quanto in alcuni casi sia importante la prescrizione di una terapia farmacologica per eliminare il dolore, molte persone lamentano il ripresentarsi del problema dopo un breve periodo di tempo. Questo accade perché non si è intervenuti sulla causa primaria che ha generato l’infiammazione. Inoltre il corpo atteggiandosi in una posizione antalgica altera il proprio schema corporeo producendo forze asimmetriche che si ripercuotono sull’integrità fisica generale.
Di conseguenza tutti i tipi di terapia devono essere finalizzati al ripristino del corretto schema motorio, ristabilendo progressivamente tutte le informazioni neuro-motorie perdute.


CONSIGLI UTILI

Crampo, Contrattura, Contusione, Stiramento e Strappo
Il crampo muscolare è un blocco (fitta acuta) della muscolatura improvviso, involontario e doloroso dovuto ad un'eccessiva perdita di sali minerali. Il crampo nasce normalmente per un eccesso di fatica, quando il corpo è poco idratato, produce tanto acido lattico e le fibre non ricevono il giusto apporto di ossigeno. Quando il crampo compare di notte, la causa normalmente è di carenza di potassio, calcio o magnesio.
RIMEDI: Stretching immediato e riposo.

La contrattura
è un aumento atipico, permanente  e involontario del tono muscolare. E’ un atto difensivo, in presenza di sovraccarico non fisiologico sia di natura metabolica (acido lattico) che meccanica. Non c’è rottura delle fibre muscolari. Il dolore è generalizzato su un’area ampia (lungo il decorso della fibra muscolare).

RIMEDI: Calore (impacchi caldi, ecc.), massaggi, allungamento e riposo.

La contusione
prodotta da un impatto con un corpo contundente, genera normalmente rottura delle fibre muscolari (quelle più profonde sono maggiormente interessate) e di alcuni capillari, senza lacerazione della cute. Quando più è alta la forza d’impatto maggiore sarà l’ematoma, il gonfiore e le fibre coinvolte.
RIMEDI: Ghiaccio (15 min. circa per minimo due volte al giorno), bendaggio funzionale e riposo

Lo stiramento o elongazione
si verifica quando un muscolo riceve un allungamento metrico improvviso (alta velocità) che al momento non è in grado di controllare, o al di sopra  delle sue possibilità anatomiche. Il dolore è acuto, improvviso e ben localizzato in un preciso punto. Normalmente c’è una contrattura riflessa del muscolo. Colpendo poche miofibrille muscolari l’ecografia risulta negativa o con lievi segni di versamento.
RIMEDI: Riposo, ghiaccio (15 min. circa per minimo due volte al giorno),  compressione con benda elastica nei primi tre giorni. In seguito massaggi decontratturanti, terapia del calore e stretching.
TEMPI di RECUPERO: Normalmente intorno ai dieci/quindici giorni

Lo strappo o distrazione muscolare
è un evento traumatico che porta alla rottura parziale (alcune fibre) o totale del muscolo. Si riconoscono in base alla gravità tre tipologie: primo, secondo e terzo grado. Necessita sempre di un controllo specialistico per la valutazione del danno e il tipo di intervento terapeutico da seguire.
Comunque evitare nel modo più assoluto nei primi giorni massaggi, stretching, esercizi di scioglimento, fonti di calore e anticoagulanti tipo l’aspirina.
RIMEDI: Crioterapia (ghiaccio), bendaggio funzionale e riposo nei primi tre /quattro giorni, aspettare 5/6 giorni prima di iniziare altri tipi di trattamento.
TEMPI di RECUPERO: dipende dalla gravità del danno





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