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mercoledì 23 gennaio 2013

5) COSA C’È NEL PIATTO? MANGIANDO BENE SI RAGGIUNGE L'EQUILIBRIO PSICO-FISICO






ART. PUBBLICATO sul "FINANZIERE"
Mensile di attualità, cultura e informazione professionale della Guardia di Finanza, fondato nel 1886.

Come combattere lo stress fisico quotidiano e tutte le ripercussioni psico-fisiche annesse? Sicuramente correggere le abitudini alimentari scorrette ci aiuta non solo a perdere peso in eccesso, ma a ricondurre l’organismo al suo equilibrio naturale, capace di affrontare in maniera più efficiente la tensione fisica, il nervosismo e gli affaticamenti muscolari giornalieri.

Alcuni semplici accorgimenti nell’alimentazione possono aiutarci a raggiungere e preservare il proprio stato di benessere. Ricordiamo che in molti casi clinici (diabete, cardiopatie, problematiche renali ed epatiche, ecc.) rimane indispensabile il medico nutrizionista. Buona norma vuole che anche la persona sana, prima di cambiare regime alimentare dovrebbe consultare il proprio medico.

Il nostro corpo “ragiona” in termini evolutivi, anche in campo nutrizionale. Quindi le risposte biologiche, quando assumiamo cibo, sono le stesse dell’uomo primitivo che cacciava e raccoglieva i frutti per vivere.

Circa 800.000 anni di storia hanno plasmato e selezionato i geni dei nostri antenati e questo ci ha permesso di scoprire delle verità nascoste straordinarie. Tant’è vero che prima dell’era antibiotica , l’uomo del paleolitico di natura nomade (cacciava prede selvatiche e raccoglieva ciò che offriva la terra) è stato il più longevo e aveva un’altezza media più elevata di qualsiasi uomo nato in altre epoche1.

L’uomo è diventato stanziale circa 10.000 anni fa, nel periodo Neolitico, quando ha cominciato a coltivare la terra e a mangiare diversi tipi di cereali. Ciò non è bastato a modificare la genetica modellata in un milione di anni di storia. Portiamo con noi ancora il ricordo delle antiche esigenze metaboliche.

Sulle basi di queste considerazioni, dovremmo per quanto possibile, prediligere i cibi provenienti dalla natura come frutta e verdura, assunzione moderata di carne e pesce (intorno al 15/20 % delle Kcal assunte quotidianamente) e limitare i prodotti amilacei (costituiti da zuccheri complessi) come pasta, pane, riso, ecc..

Per vivere in salute sarebbe opportuno ricordarci di:

  1. Mantenere la calma insulinica
  2. Rivedere la qualità dei nutrienti
  3. Regolare la distribuzione degli alimenti nei pasti

Il primo punto, sottolinea l’importanza dell’insulina (ormone secreto dal pancreas), che svolge una funzione regolatrice sul livello dei zuccheri in eccesso nel sangue che, se non utilizzati, vengono trasformati in trigliceridi e depositati nelle cellule adipose come riserva. Logicamente sarà difficile in seguito estrarre i grassi di deposito perché il nostro corpo li terrà gelosamente custoditi per una eventuale carestia.

Per evitare che tutto ciò accada, bisognerebbe:

  • prediligere cibi a basso indice glicemico (mele, pere, cicoria, yogurt, ecc..), tenendo presente che per indice glicemico si intende la velocità con cui aumenta la glicemia nel sangue, a seguito dell’assunzione di un determinato alimento, (tabelle reperibili con facilità su internet);
  • controllare il carico glicemico, evitando l’ingestione di cibi con elevato indice glicemico nello stesso pasto;
  • abbinare nelle giuste dosi carboidrati e proteine ai pasti principali, per evitare aumenti di glicemia nel sangue;

Il secondo punto, e cioè rivedere la qualità dei nutrienti, evidenzia la differenza di qualità dei cibi che introduciamo nella nostra dieta. Senza elencare quali sono i cibi spazzatura e quelli maggiormente biocompatibili, daremo delle informazioni di massima da seguire:

  • limitare l’assunzione di cibi zuccherini raffinati
  • preferire i carboidrati integrali
  • la frutta, specialmente quella di stagione, deve sempre essere presente, meglio se assunta a colazione o agli spuntini, (da evitare dopo i pasti la frutta acquosa, es. il cocomero, melone, ecc. perché può rallentare la digestione)
  • la verdura deve accompagnare i pasti principali, meglio quella cruda a pranzo e cotta la cena, in quanto più digeribile.
  • prediligere prodotti biologici
  • evitare cibi impoveriti dalla raffinazione e dalla eccessiva cottura
  • prediligere prodotti freschi per mantenere inalterate le componenti vitaminiche ed evitare aggiunte di conservanti, additivi, ecc..
Il terzo punto, indica l’importanza della distribuzione corretta degli alimenti nei pasti. La colazione deve essere ricca e completa per poter ripristinare le scorte di glicogeno (zuccheri) utilizzati nelle ore del sonno, il pranzo moderato senza eccedere, la cena leggera e gli spuntini devono rimanere spuntini. Questo andamento decrescente di assunzione di calorie durante l’arco della giornata rispetta le fasi endocrino-metaboliche dell’organismo. Infatti dalla mattina fino all’ora di pranzo abbiamo un aumento del testosterone e cortisolo, quindi della fase catabolica (le Kcal assunte vengono utilizzate maggiormente come energia per muoverci), mentre la sera diminuisce l'attività metabolica organica e abbiamo la fase anabolica per l’aumento dell’ormone GH con funzione prevalentemente plastica (favorisce la creazione di massa muscolare, e ha un effetto stimolante sull’utilizzazione dei grassi di deposito).

CONSIGLI UTILI

Attività motoria sempre

Per ricondurre l’organismo al suo equilibrio naturale fondamentale, oltre alle indicazioni fino ad ora date, è praticare attività motoria costante, preferibilmente di tipo aerobico (favorirà l’aumento del numero dei mitocondri, vere e proprie centrali metaboliche del muscolo), in quanto migliora la funzionalità insulinica, elimina con più facilità le scorie metaboliche prodotte dal corpo, produce endorfine, aumenta la massa magra, normalizza la pressione arteriosa, diminuisce lo stress, migliora il ritorno veno-linfatico, migliora la capacità cardio-respiratoria e soprattutto migliora il rapporto con noi stessi.



DIVENTIAMO I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SALUTE”

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