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martedì 22 gennaio 2013

CELLULITE….IL PARADOSSO DEL NUOVO MILLENNIO





CELLULITE….IL PARADOSSO DEL NUOVO MILLENNIO




ART. PUBBLICATO sul "FINANZIERE"
Mensile di attualità, cultura e informazione professionale della Guardia di Finanza, fondato nel 1886.














Sport, alimentazione biologica, cura del proprio corpo, Wellness. Ebbene, queste sembrano essere le parole guida del Nuovo Millennio, eppure è proprio in questi ultimi decenni che si è visto crescere una patologia, tanto antica quanto sempre attuale: la cellulite, figlia di un eccessivo benessere che ha portato non solo ad essere più sedentari e pigri, ma a modificare notevolmente le abitudini alimentari.
Al di là dell’aspetto estetico la cellulite, infatti, è soprattutto un problema di salute, che si associa sempre al sesso femminile, ma che sicuramente non risparmia gli uomini.  Una patologia invalidante ed ingravescente ad eziologia multifattoriale, dove si riconosce una predisposizione genetica con cause concomitanti come quelle di tipo endocrino, ambientali, posturali, nonché l'obesità e il sovrappeso. Si tratta di una patologia subdola del microcircolo, che in fase iniziale non mostra nessun sintomo doloroso e pochi effetti collaterali, ma se non curata in tempo, può portare non solo disagi estetici ma anche gravi limitazioni fisiche.
La parola “cellulite” è nata in Francia nel 1920, dallo studio di due medici francesi, Alquin e Pavot,  che associarono a quell’inestetismo la possibilità di una patologia. In seguito il dott. Lagueze la descrisse come una patologia del sottocute caratterizzata da “ritenzione di liquidi associata ad un aumento del grasso di deposito”.
Ma si deve agli studi istologici condotti dal prof. Curri, uno dei più grandi esperti del microcircolo, la spiegazione della sua formazione e della sua evoluzione; rinominandola “Panniculopatia Edemato-Fibro-Sclerotica (PEFS)” perché il termine cellulite è improprio, in quanto in medicina il suffisso "ite" sta ad indicare un processo infiammatorio (che è presente solo in un primo momento), mentre questa patologia è caratterizzata da un processo degenerativo dei diversi strati della cute e delle strutture anatomiche ivi contenute e soprattutto per la caratteristica sequenza dei tre processi: ovvero l’edema, la fibrosi e la sclerosi.
Tra le diverse motivazioni che non solo creano ma peggiorano nel tempo il quadro clinico di questa patologia, annoveriamo di seguito quelle dove è possibile intervenire



  • Uno stile di vita incontrollato, fatto di eccessi, quali bere alcool, dormire poco ha come conseguenze forme di stress importanti
  • Una dieta fuori controllo, iper calorica con elevato consumo di grassi e di sale. Quest’ultimo sbilancia l’equilibrio dei liquidi dal comparto cellulare (che normalmente ha il 60% di liquidi) a quello extracellulare, cioè fuori delle cellule. Questo, unitamente alla poca idratazione corporea, gioca un ruolo importante nel peggioramento della condizione clinica.
  • Assunzione di farmaci incontrollata, quasi sempre senza prescrizione medica
  • La vita sedentaria, madre di questo problema…..e il perché lo scopriremo di seguito.






Cerchiamo di analizzare nel dettaglio quello che succede nel nostro organismo quando sopraggiunge la PEFS (cellulite). 
Al di là dei capillari, tra le nostre cellule esiste un mondo che costituisce il nostro mare interno dove avvengono le più importanti reazioni vitali. Questo mondo è la Matrice Extracellulare, dove matrice significa proprio “madre della vita”.
Le alterazioni endocrino-metaboliche (inquinamento del mare) che avvengono nella matrice associata ad un’alterata permeabilità capillaro-venulare con rallentamento del flusso sanguigno, danno inizio a quel danneggiamento progressivo delle strutture microcircolatorie, connettivali e adipose.
Conosciamo tre stadi attraverso i quali passa la cellulite:



  1. Edematoso (è possibile intervenire con buoni risultati): dove l'alterata permeabilità della parete dei capillari provoca la fuoriuscita del plasma, con conseguente ristagno ed accumulo dei liquidi nel tessuto interstiziale posto tra le cellule adipose. 
  2. Fibroso (l’intervento può non risolvere completamente il problema): dove il ripetersi del fenomeno dell'edema, provoca una reazione di difesa da parte delle fibre reticolari, che reagiscono aumentando di numero (iperplasia) e di spessore (ipertrofia). Tutto ciò conduce ad un sovvertimento della normale struttura del tessuto adiposo, cui si aggiunge una dilatazione dei microvasi. 
  3. Sclerotico (impossibile intervenire): in questo stadio le fibre reticolari si trasformano in fibre collagene; queste ultime tendono a incapsulare le cellule adipose degenerate, con formazione di veri e propri micronoduli, che fondendosi tra loro, formano i macronoduli, apprezzabili alla palpazione.










Si evince l’importanza che riveste avere un buon sistema drenante, aspetto che riguarda le nostre strutture veno-linfatiche e come l’attività motoria elimini o comunque rallenti questo processo perverso. Della spinta che il cuore contraendosi dà al sangue (pressione arteriosa 80/120 mmHg –valori medi) solo una piccola parte rimane a fornire energia di movimento al sangue venoso.

Come può il sangue venoso, ricco di anidrite carbonica e cataboliti, spinto da una così debole forza, salire dalle parti più basse, dai piedi al cuore per esempio, vincendo la forza di gravità che tende a farlo ricadere in giù?

In 5 modi:


  1. Con la forza residua che rimane nei vasi dopo la contrazione del cuore (chiamata vis a tergo)
  2. Con la respirazione, dove durante la fase inspiratoria, nel torace si crea una pressione negativa, determinando un risucchio di sangue dalle vene verso il cuore.
  3. Con il nostro cuore periferico, formato funzionalmente dal piede, dalla caviglia e dei muscoli del polpaccio. Il meccanismo di questa pompa periferica è il seguente: durante la marcia l'uomo scarica il suo peso sulla pianta del piede dove il sangue essa contenuto viene così spremuto in direzione centripeta (verso il cuore)
  4. Con la contrazione dei muscoli del polpaccio, tricipite surale, in particolare. Anche durante il cammino, si aumenta la velocità ascendente alla massa sanguinea.
  5. Con l’impossibilità, che il sangue venoso possa ricadere verso il basso, grazie ad un sistema di valvole a nido di rondine poste sulla parete interna delle vene.

CONSIGLI UTILI

Svolgere attività di tipo aerobico, mezz’ora al giorno, come il cammino, la corsa, la bike e lo stepper, migliora la funzionalità muscolare, circolatoria e respiratoria. E’ bene fare esercizi specifici per tre volte a settimana, come i piegamenti sulle gambe con arrivo sull’avampiede, flesso-estensione delle caviglie in appoggio sullo scalino, camminare enfatizzando il movimento di spinta sull’avampiede. Evitare di stare in piedi o seduti troppo tempo perchè sfavorisce il drenaggio.

Centrifugati di frutta e verdura, sono un’ottima strategia per contrastare questa patologia, specialmente con alimenti ricchi di potassio, sostanza capace di contrastare la ritenzione dei liquidi causata da eccesso di sodio. È importante sapere però che il potassio generalmente soffre la cottura quindi è bene consumare i cibi che lo contengono a crudo, quando è possibile. Primo fra tutti ovviamente le banane, seguono, i legumi, frutta secca o oleosa, datteri, castagne, albicocche, anche secche verdure, ortaggi e patate.

Il gambo dell’ananas e le foglie della papaia contengono speciali enzimi capaci di contrastare efficacemente la cellulite. In erboristeria è possibile farsi preparare un mix di queste erbe essiccate, ideali per tisane diuretiche. Per una maggiore protezione dei capillari, gli agrumi arance, limoni e pompelmo perchè ricchi di vitamina C.

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