Mensile di attualità, cultura e informazione professionale della Guardia di Finanza,
fondato nel 1886.
fondato nel 1886.
A
cura
Beniamino
Colagrosso* e Massimo Alfieri**
L’artrosi è una patologia cronica degenerativa che colpisce le articolazioni, dapprima la cartilagine articolare e in seguito l’osso sottostante con conseguenti deficit funzionali.
I sintomi caratteristici sono il dolore, la rigidità e la limitazione funzionale delle articolazioni colpite, intensificandosi durante i movimenti, come il salire o scendere le scale, quando colpisce gli arti inferiori. Nel tempo, il dolore si presenta anche a riposo, disturbando il sonno notturno.
Le mani, le ginocchia, le anche, la colonna nel tratto lombare e cervicale, sono le sedi più colpite dall’artrosi.
Il nostro corpo, per difendersi dal dolore, mette in atto una serie di strategie posturali antalgiche di difesa, causando nel tempo squilibri motori importanti con alterazioni fisiologiche e meccaniche anche a carico di altre strutture anatomiche.
E’ proprio la retrazione muscolare riflessa di difesa che aumenta la pressione intra-articolare creando un circolo vizioso.
Generalmente le principali cause dell’insorgere dell’artrosi vengono attribuite ad una alterata meccanica articolare, conseguenza di traumi o alterazioni posturali, oppure derivante da deficit metabolico e/o di lubrificazione. Come tutte le patologie esistono fattori predisponenti e aggravanti, tra i quali: l’età, il sovrappeso, vita sedentaria, squilibri ormonali, acidificazione corporea, ecc..
In futuro si stima un aumento di soggetti che incorreranno in questa patologia, causa crescita della popolazione anziana e delle persone in sovrappeso.
Ma allora, è possibile guarire dall’artrosi, o quantomeno prevenirla? Sicuramente non è possibile guarire, trattandosi di una patologia cronico degenerativa, ma si può rallentare il processo di deterioramento cartilagineo.
Sebbene non esista una cura che possa andar bene per tutti, a causa dei numerosi fattori soggettivi che ne condizionano il risultato, diventa fondamentale l’intervento del terapista per rimuovere le disfunzioni neuromuscolari e ripristinare le corrette informazioni sia recettoriali che motorie.
Successivamente, il riabilitatore, dovrà iniziare un programma motorio specifico di rinforzo muscolare finalizzato al consolidamento dei risultati ottenuti ed al miglioramento della qualità di vita del paziente.
Per evitare l’innesco dei meccanismi di difesa prima accennati, che complicherebbero il quadro clinico, bisognerebbe agire già dai primi sintomi.
I sintomi caratteristici sono il dolore, la rigidità e la limitazione funzionale delle articolazioni colpite, intensificandosi durante i movimenti, come il salire o scendere le scale, quando colpisce gli arti inferiori. Nel tempo, il dolore si presenta anche a riposo, disturbando il sonno notturno.
Le mani, le ginocchia, le anche, la colonna nel tratto lombare e cervicale, sono le sedi più colpite dall’artrosi.
Il nostro corpo, per difendersi dal dolore, mette in atto una serie di strategie posturali antalgiche di difesa, causando nel tempo squilibri motori importanti con alterazioni fisiologiche e meccaniche anche a carico di altre strutture anatomiche.
E’ proprio la retrazione muscolare riflessa di difesa che aumenta la pressione intra-articolare creando un circolo vizioso.
Generalmente le principali cause dell’insorgere dell’artrosi vengono attribuite ad una alterata meccanica articolare, conseguenza di traumi o alterazioni posturali, oppure derivante da deficit metabolico e/o di lubrificazione. Come tutte le patologie esistono fattori predisponenti e aggravanti, tra i quali: l’età, il sovrappeso, vita sedentaria, squilibri ormonali, acidificazione corporea, ecc..
In futuro si stima un aumento di soggetti che incorreranno in questa patologia, causa crescita della popolazione anziana e delle persone in sovrappeso.
Ma allora, è possibile guarire dall’artrosi, o quantomeno prevenirla? Sicuramente non è possibile guarire, trattandosi di una patologia cronico degenerativa, ma si può rallentare il processo di deterioramento cartilagineo.
Sebbene non esista una cura che possa andar bene per tutti, a causa dei numerosi fattori soggettivi che ne condizionano il risultato, diventa fondamentale l’intervento del terapista per rimuovere le disfunzioni neuromuscolari e ripristinare le corrette informazioni sia recettoriali che motorie.
Successivamente, il riabilitatore, dovrà iniziare un programma motorio specifico di rinforzo muscolare finalizzato al consolidamento dei risultati ottenuti ed al miglioramento della qualità di vita del paziente.
Per evitare l’innesco dei meccanismi di difesa prima accennati, che complicherebbero il quadro clinico, bisognerebbe agire già dai primi sintomi.
Le mani, le ginocchia, le anche, la colonna nel
tratto lombare e cervicale, sono le sedi più colpite dall’artrosi.
Il nostro corpo, per difendersi dal dolore, mette in atto una serie di strategie posturali antalgiche di difesa,
causando nel tempo squilibri motori importanti con alterazioni fisiologiche e
meccaniche anche a carico di altre strutture anatomiche.
E’ proprio la retrazione muscolare riflessa di difesa che aumenta la
pressione intra-articolare creando un circolo vizioso.
Generalmente le principali cause dell’insorgere
dell’artrosi vengono attribuite ad una alterata meccanica
articolare, conseguenza di traumi o alterazioni posturali, oppure derivante da
deficit metabolico e/o di lubrificazione. Come tutte le patologie esistono
fattori predisponenti e aggravanti, tra i quali: l’età, il sovrappeso, vita
sedentaria, squilibri ormonali, acidificazione corporea, ecc..
In futuro si stima un aumento di soggetti che incorreranno in questa
patologia, causa crescita della popolazione anziana e delle persone in
sovrappeso.
Ma allora, è possibile guarire
dall’artrosi, o quantomeno prevenirla? Sicuramente non è possibile guarire,
trattandosi di una patologia cronico degenerativa, ma si può rallentare il
processo di deterioramento cartilagineo.
Sebbene non esista una cura che possa andar bene per tutti, a causa dei
numerosi fattori soggettivi che ne condizionano il risultato, diventa
fondamentale l’intervento del terapista per rimuovere le disfunzioni
neuromuscolari e ripristinare le corrette informazioni sia recettoriali che
motorie.
Successivamente, il riabilitatore, dovrà iniziare un programma motorio
specifico di rinforzo muscolare finalizzato al consolidamento dei risultati
ottenuti ed al miglioramento della qualità di vita del paziente.
Per evitare l’innesco dei meccanismi di difesa prima accennati, che
complicherebbero il quadro clinico, bisognerebbe agire già dai primi sintomi.
CONSIGLI
UTILI
Per eliminare il dolore è indispensabile
intervenire direttamente sull’articolazione deficitaria con terapia
farmacologica e fisica, senza trascurare che la causa potrebbe dipendere da
un’alterazione del metabolismo generale o da uno scompenso meccanico a livello
posturale.
Conseguentemente la
chinesiterapia assistita, riveste un ruolo cruciale nell’eliminare i compensi e
ristabilire un corretto schema corporeo.
I terapisti del Comando Quartier Generale, finita la riabilitazione, consigliano ai pazienti un protocollo di lavoro personalizzato di esercizi di mobilizzazione articolare controllata, di allungamento globale decompensato “metodo Mezieres”, di potenziamento muscolare e attività aerobica a bassa intensità per un benessere cardiocircolatorio e respiratorio.
Proprio per la sua natura multifattoriale, sempre sotto il parere del medico, sarebbe bene assumere anche degli integratori come Glucosamina e Basenpulver, per un miglioramento del metabolismo locale e generale.
Per il successo terapeutico è bene rispettare i tempi di adattamento fisico alla terapia proposta, quindi gradualità nei carichi nel ricondizionamento muscolare.
“DIVENTIAMO I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SALUTE”
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