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giovedì 24 gennaio 2013

7) PER ANDARE "A TUTTO GAS" BASTA SAPER RESPIRARE



ART. PUBBLICATO sul "FINANZIERE"
Mensile di attualità, cultura e informazione professionale della Guardia di Finanza, fondato nel 1886.


Ebbene si, andare "a tutto gas" indica una macchina spinta al massimo della sua potenza. Anche la macchina uomo per andare al massimo deve poter produrre energia, prodotta dalla combustione del combustibile (cibo ingerito) utilizzando del comburente, l’ossigeno inspirato. Se c’è un insufficiente apporto di ossigeno, che sia per cause endogene o per cause esogene, nel nostro corpo si creano condizioni di ipossia cellulare che generano una riduzione di energia fisica e soprattutto l’insorgere di patologie degenerative, compromettendo l’integrità funzionale e strutturale dell’intero organismo.

Lo scopo della respirazione, dunque, è quello di fornire un adeguato apporto di ossigeno ai tessuti, garantendo allo stesso tempo un'efficace eliminazione dell'anidride carbonica.

La frequenza respiratoria (il numero di respiri compiuti da un individuo nell'arco di un minuto) a riposo è di 12-16 atti. Durante un esercizio fisico intenso tale frequenza può arrivare sino a 35-45 respiri al minuto. In una sola giornata respiriamo non meno delle 16/18.000 volte, numero che cresce proporzionalmente al grado di tensione interna provocato da diversi fattori stressanti, che coinvolgono prima la nostra mente e poi a cascata, il sistema nervoso, l’apparato muscolare e respiratorio.

Ciò rende evidente che un piccolo difetto nella respirazione ripetuto migliaia di volte al giorno provoca alterazioni fisiologiche importanti.

Il diaframma, muscolo più importante della respirazione, per primo risente dell’effetto stressante e nel tempo tende a retrarsi diventando inefficiente. Un diaframma sempre "teso" perderà progressivamente la capacità di muoversi con movimenti ampi e completi; diverrà sempre più basso, più piatto e il suo tessuto connettivo, col tempo, registrerà l’accorciamento permanente delle fibre muscolari, fissandole in una condizione di retrazione.

Un diaframma che funzionerà meno del dovuto, dovrà essere sostituito dai muscoli accessori del collo e del tronco, determinando in futuro tensioni anomale e croniche anche sui muscoli accessori, creando disagi ai vari organi e alla struttura scheletrica con i quali è collegato (cervicalgia, dorsalgia, lombalgia, ecc.).




IMPARIAMO A RESPIRARE
La respirazione, per essere corretta, deve essere consapevole, conscia, respirando in maniera lenta e soprattutto profonda (possibilmente in ambienti areati).
Fare esercizi di ginnastica respiratoria, almeno due volte al giorno, con durata media di 5/10 minuti. Nel tempo una volta assimilati potremmo farli ogni volta che riteniamo opportuno.
Posizionarsi sdraiati a terra supini (pancia rivolta verso l’alto), mettere una mano sull’addome e l’altra sul torace (per migliorare la percezione del movimento) iniziare facendo una profonda inspirazione, sollevando l’addome per contrazione del diaframma.
Poi trattenere il respiro qualche secondo ed infine in modo lento e controllato fare una profonda e totale espirazione, con una durata di 6 secondi.
Riprendere daccapo nei tre movimenti.
La respirazione è l’arma a nostra disposizione, la "medicina" naturale per eccellenza per migliorare stati di tensione muscolari.
Buona Respirazione





"DIVENTIAMO I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SALUTE"

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