lunedì 3 novembre 2014

L'ALLENAMENTO FUNZIONALE NELLO SPORT, NELLA PREVENZIONE E NELLA RIABILITAZIONE


L'ALLENAMENTO FUNZIONALE NELLO SPORT, NELLA PREVENZIONE E NELLA RIABILITAZIONE




ART. PUBBLICATO sul "FINANZIERE"

Mensile di attualità, cultura e informazione professionale della Guardia di Finanza,
fondato nel 1886.




 A cura
Beniamino Colagrosso* e Massimo Alfieri**


Sono diversi anni che si sente parlare di allenamento funzionale (functional training) per il miglioramento delle capacità fisiche o della performance sportiva. E’ un metodo di preparazione finalizzata al perfezionamento del movimento, che condiziona globalmente l’intero organismo sia a livello coordinativo che condizionale.
Per sua natura, questo tipo di pratica, prevede esercizi funzionali studiati sulla disciplina sportiva praticata. Gli stimoli allenanti proposti hanno come caratteristica, per evitare l’adattamento dell’atleta, una continua variabilità e progressività dei carichi, dell’intensità, degli attrezzi utilizzati, degli esercizi, ecc..
Nel tempo, a testimonianza della validità del metodo, è approdato nelle palestre, ed oggi è considerato il tipo di allenamento ideale per tutti, per il miglioramento delle abilità e dell’efficienza fisica generale, utile anche nelle attività quotidiane.
Il principio su cui si fonda è che il cervello riconosce solo il movimento e non i singoli muscoli.
I muscoli,  interagendo sinergicamente tra loro con ruoli diversi agonisti, antagonisti, sinergici e stabilizzatori, creano nel tempo una maggiore coordinazione, una maggiore fluidità dei movimenti e un importante risparmio di energia.
Proprio il miglioramento del controllo motorio, associato a un incremento della capacità di equilibrio, rende la ginnastica funzionale importante anche in ambito preventivo e riabilitativo.
Le caratteristiche di questo metodo di allenamento sono:

Ø Esercizi poliassiali, (coinvolgimento dei tre assi e piani)

Ø Esercizi poliarticolari, (attivazione contemporanea di diverse articolazioni)

Ø Esercizi propriocettivi, (di natura disequilibrante)

Ø Esercizi per la stabilità del core, (rinforzo globale e sinergico dei muscoli stabilizzatori, addominali e lombari).

Nelle attività quotidiane, quando camminiamo, corriamo, raccogliamo qualcosa da terra, ecc., la parte superiore e inferiore del corpo è attraversata da un flusso continuo di forze (energia), sia ascendenti che discendenti. Proprio per questo diventa prioritario allenare la parte centrale del corpo in catena muscolare (core stability). Conseguentemente, sarebbe opportuno allenare gli addominali, non più singolarmente ma in catena per ottimizzare il controllo durante il passaggio delle forze.
Altro elemento fondamentale di questa metodica è la capacità d’equilibrio, sollecitata continuamente durante le sessioni allenanti con appoggi instabili, lavori in monopodalico, a occhi chiusi, ecc.
Anche nella riabilitazione e di riatletizzazione motoria, questo metodo è ormai sempre più utilizzato.
Pensiamo a cosa succede dopo un trauma o in presenza di una banale infiammazione? 
Si crea un’alterazione dei segnali periferici in ingresso (input) nella zona lesionata e conseguentemente anche della risposta motoria (output). Per ricreare i nuovi schemi motori necessari per il recupero ottimale ci vuole del tempo, ma in merito, l’allenamento funzionale si può considerare “la chiave di volta”.



CONSIGLI UTILI


Tutti possono praticare questo tipo di attività motoria, sempre rispettando le proprie potenzialità fisiche.
Per una maggiore sicurezza ed evitare infortuni bisognerebbe aumentare gradualmente la complessità degli esercizi proposti e programmare in anticipo la quantità di lavoro da svolgere durante i cicli di allenamento.
E’ opportuno nelle fasi iniziali farsi consigliare da una persona esperta nel settore.
L’allenamento funzionale è l’applicazione pratica dei principi fisiologici che regolano il movimento umano, non esclude le altre metodologie d’allenamento, ma le riassume e le completa.
Nelle immagini seguenti un esempio di un esercizio funzionale , di tipo propriocettivo, per la stabilità del core, eseguito a difficoltà crescente.



Esercizio di equilibrio in posizione bipodalica sul bosu con tenuta del singolo manubrio arto superiore dx teso



Esercizio di equilibrio in posizione monopodalica sul bosu con tenuta del singolo manubrio arto superiore dx teso


Esercizio di piegamento monopodalico sul bosu con tenuta del singolo manubrio arto superiore dx teso








“DIVENTIAMO I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SALUTE”

*Direttore di Sanità della G.di F. – Roma
**Chinesiologo – Massofisioterapista Q.G. - Roma


IL METODO ROVATTI® NEL TRATTAMENTO DELLE SCOLIOSI


ART. PUBBLICATO sul "FINANZIERE"



Mensile di attualità, cultura e informazione professionale della Guardia di Finanza,
fondato nel 1886.

IL METODO ROVATTI®  NEL TRATTAMENTO DELLE SCOLIOSI
UN NUOVO APPROCCIO TERAPEUTICO CON BANDE ELASTICHE

A cura


Beniamino Colagrosso* e Massimo Alfieri**
 
 
La scoliosi viene definita come una deformità permanente della colonna vertebrale sul piano frontale con associata rotazione dei corpi vertebrali sul proprio asse longitudinale, evidenziabile nella maggior parte dei casi, con un gibbo (gobba) costale o paravertebrale lombare.
Quando la deviazione della colonna è solo sul piano frontale, quindi priva di rotazione si parla di paramorfismo o atteggiamento scoliotico. Nella maggior parte dei casi un buon trattamento cinesiologico preventivo e sport diversificato danno buoni risultati.
La scoliosi nell’adolescente colpisce soprattutto le femmine con un rapporto 7:1 ed inizia a manifestarsi attorno alla fase puberale (11-12 anni per le femmine, 13-14 per i maschi), dove aumentano i carichi asimmetrici sulle vertebre per uno squilibrio tra sviluppo scheletrico e muscolare e dove la resistenza dell’osso è minore. Nella maggior parte dei casi le scoliosi sono idiopatiche ed alla base c’è sempre una sindrome complessa che interessa diverse disfunzioni organiche (SIBILLA), che creano un vero e proprio disordine propriocettivo.
La scoliosi vera e propria (dismorfismo), essendo un’alterazione strutturale della colonna vertebrale nei tre piani dello spazio: frontale, sagittale (laterale) e trasverso, necessita di trattamenti cinesiologici specifici e personalizzati miranti al riallineamento delle curve e finalizzati all’apprendimento di un nuovo e corretto schema corporeo.
Un metodo che negli ultimi anni sta riscuotendo  popolarità in Italia, è il Metodo Rovatti®. Il suo ideatore dott. Emanuele Rovatti, discente della scuola Lyonese, ha sviluppato negli anni un nuovo sistema di lavoro correttivo/conservativo per il trattamento delle scoliosi con l’utilizzo di “Bande Elastiche”.
Partendo dal presupposto che “non è l’esercizio che corregge, ma il paziente che si corregge”, le bande elastiche aiutano a percepire, interiorizzare e auto-correggere la propria postura sia durante l’esercizio che nei movimenti quotidiani (interiorizzazione del gesto motorio corretto).
La persona con scoliosi, specialmente se grave, dovrebbe essere seguita da una équipe di professionisti come l’ortopedico e/o fisiatra, il chinesiologo, il fisioterapista, gnatologo, tecnico ortopedico, ma anche uno psicologo specializzato in materia, che collaborino in completa sinergia per trovare la migliore strategia operativa.
Il Metodo Rovatti® si basa su un esame cinesiologico posturale obiettivo e sulla rilevazione dei dati anamnestici e clinici. I dati dei test eseguiti, sia di valutazione morfologica statico-dinamica che funzionale, vengono riportati nella scheda personale del paziente per essere comparati in seguito con le nuove valutazioni. Inoltre, vengono analizzate le radiografie, per misurare l’angolo di deformazione vertebrale (angolo di Cobb) e per valutare la maturità ossea (test di Risser).
La particolarità del metodo consiste nell’utilizzare le bande elastiche come se fossero le mani del terapista che plasma il rachide in modo tridimensionale (essendo la deformazione stessa sviluppata nei tre piano dello spazio). Le bande elastiche hanno diversa resistenza e vengono scelte dal terapista a seconda delle caratteristiche personali del soggetto, dell’esercizio proposto e dell’obiettivo previsto.
La corretta respirazione riveste un ruolo importante nella percezione e correzione del trattamento. Essa avviene in due tempi: una fase inspiratoria breve di preparazione all’esercizio e una fase espiratoria lenta e prolungata durante la parte attiva del movimento, in modo da poter interiorizzare il gesto.
Oltre al contenimento dell’evolutività della curva scoliotica, l’obiettivo finale del trattamento secondo il Metodo Rovatti® dovrebbe essere il raggiungimento, a maturità scheletrica completa, di un buon aspetto estetico e di assenza di dolore, in modo che la persona adulta non sia limitata nella vita quotidiana nè relazionale nè professionale.
Ne consegue che la cinesiterapia dovrebbe essere seguita dal paziente almeno durante tutta l’età evolutiva (maggior rischio di peggioramento). I migliori risultati si hanno con una diagnosi, l’eventuale terapia, la cinesiterapia con le bande elastiche, precoci. Il Metodo Rovatti® è applicato con successo da oltre 30 anni dal suo ideatore e sperimentato da centinaia e centinaia di persone. 

CONSIGLI UTILI

 

La scoliosi è una patologia irreversibile della colonna vertebrale e si manifesta con una ampia varietà di quadri e di gravità.
Anche nei casi più gravi, dove è necessario l’uso di uno specifico corsetto ortopedico, non dovrà mancare il trattamento rieducativo, non solo per prevenire l’ipotrofia muscolare che provocherebbe la costrizione del busto, ma per coadiuvare la terapia ortesica e “insegnare” al paziente l’interiorizzazione del gesto motorio corretto e della corretta postura. Sono rarissimi i casi in cui è necessario ricorrere all’intervento chirurgico. Non bisogna trascurare il problema neanche in età adulta, soprattutto per gli over quaranta, in quanto si può assistere ad un peggioramento del quadro clinico con dolori per degenerazione osteoarticolare e muscolare.
Fino a qualche anno fa, il nuoto veniva considerato lo sport “principe” per questo problema, ma in realtà, soprattutto per i soggetti con un grado elevato di deformità è peggiorativo, perché l'espansione dei polmoni che si verifica nuotando aumenta la rotazione della gabbia toracica.
Tutti gli sport vanno bene, anche quelli asimmetrici come il tennis, sempre se non portati all’estremo. 
Il trattamento chinesiologo deve anche essere finalizzato ad educare il paziente ad uno stile di vita più sano che lo aiuterà a condurre una vita normale. Ricordiamoci sempre che il successo terapeutico in questa patologia sarà maggiore nei casi dove la diagnosi è stata precoce, perché ascoltare e prendersi cura del proprio corpo significa anche garantirsi una qualità di vita migliore.

“DIVENTIAMO I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SALUTE”
 

*Direttore di Sanità della G.di F. – Roma
**Chinesiologo – Massofisioterapista Q.G. - Roma