mercoledì 16 aprile 2014

LA GINNASTICA MEDICA. IL METODO MEZIERES UN ALLEATO PER LA SALUTE

ART. PUBBLICATO sul "FINANZIERE"

Mensile di attualità, cultura e informazione professionale della Guardia di Finanza,
fondato nel 1886.

A cura

Beniamino Colagrosso e Massimo Alfieri


La ginnastica medica, che ha origini molto lontane, prevede un trattamento fisioterapico personalizzato e specifico alle esigenze del paziente. Il controllo del terapista è costante e il suo lavoro potrebbe variare nel corso della seduta, in base agli aggiustamenti del momento e agli adattamenti che si verificano nel tempo.
La sua caratteristica principale è la polivalenza, cioè la sua adattabilità nei diversi ambiti terapeutici. I trattamenti possono essere finalizzati al miglioramento della mobilità articolare, dell’elasticità muscolare, del tono muscolare, della respirazione, della coordinazione, dell’equilibrio, della circolazione, delle alterazioni posturali, ecc.. Proprio per questo la ginnastica medica a secondo dell’obiettivo prefissato può assumere un aspetto riabilitativo, rieducativo, correttivo, posturale e addirittura preventivo.
Non esiste un metodo unico di lavoro, ma una serie di metodi e tecniche che il riabilitatore utilizza nella specificità del trattamento, al fine di trovare la strategia migliore per il raggiungimento dell’obiettivo prefissato.
Negli ultimi anni, in fisiatria e in ortopedia, la ginnastica medica viene considerata trattamento elettivo e basilare da accostare alla terapia fisica e farmacologica, soprattutto in ambito traumatologico e per le patologie che riguardano il rachide.
Il terapista svolge la sua attività in sinergia con il medico specialista, il quale periodicamente controlla e guida il riabilitatore nelle fasi sensibili del lavoro.
Per capire bene dove finisce il percorso riabilitativo, con i suoi esercizi terapeutici, e dove invece inizia il percorso di riatletizzazione motoria con all'interno esercizi allenanti, bisogna comprendere la differenza tra il termine “abilità” e “agilità”.  Per abilità si intende la capacità di realizzare specifiche funzioni motorie, con modalità  e nei limiti ritenute normali per l'essere umano. Da qui il termine disabile (meglio diversamente abile), persona con riduzione parziale o totale delle suddette capacità. Ed è proprio in questo contesto che si inserisce la ginnastica medica, proposta da personale sanitario qualificato, per ripristinare le normali funzioni motorie perse con la malattia.
Finito questo processo, la persona, non più paziente, in quanto si trova in una fase di stabilità clinico funzionale, dovrebbe iniziare un protocollo di esercizi allenanti per il miglioramento dell'agilità. La figura professionale competente in questo caso non deve essere necessariamente inserita in ambito sanitario.
Il termine ginnastica posturale, che spesso troviamo all’interno delle palestre per il miglioramento di alcune funzioni motorie dei clienti che si trovano in salute, in realtà è una definizione impropria in quanto fa parte di un percorso riabilitativo tipico della ginnastica medica e che quindi necessita della personalizzazione dell’iter rieducativo.
Ciò non toglie però, che alcuni metodi di riabilitazione morfologica o posturale possano in maniera trasversale soddisfare le esigenze sia di persone con patologia che in salute. Ne è un esempio l’allungamento globale decompensato, come il Mézières,  che può essere considerato un utile alleato per tutti.
L’ambulatorio del Quartier Generale promuove questa ginnastica da sempre e si sta attivando per creare uno spazio idoneo per inserirla nel contesto riabilitativo, perché crediamo che le più comuni patologie, come le rachialgie, hanno alla base squilibri del sistema tonico posturale.  Quindi, diventa necessario per eliminare la causa, indirizzare il paziente a svolgere attività di ginnastica posturale e di educazione motoria.
Il nostro imperativo è “informare e formare” i pazienti a prendere coscienza dell’importanza della ginnastica medica e fornire delle basi per eseguire gli esercizi in modo corretto per futuri auto-trattamenti.


CONSIGLI UTILI


I PUNTI FOCALI DEL METODO MEZIERES


Il metodo Mézières, utile a tutti, a differenza della ginnastica correttiva tradizionale, ci insegna che i muscoli della catena posteriore sono accorciati e ipertonici, mentre i muscoli anteriori sono deboli, ipotonici e rilasciati. Partendo da questo assunto fondamentale, è bene rinforzare in allungamento i muscoli della catena posteriore attraverso delle posture eccentriche e rinforzare i muscoli anteriori con un lavoro concentrico/isometrico.

Altro aspetto sostanziale del metodo è enfatizzare la fase espiratoria durante i trattamenti. Questo permette di allentare la tensione sul diaframma, muscolo primario della respirazione quasi sempre retratto e causa di tante disfunzioni posturali e facilitare il rilasciamento e l'allungamento dei suoi muscoli sinergici.


Di seguito un esercizio di autoallungamento.



L’immagine mostra un esercizio Mézières eseguito a terra, da poter ripetere nelle proprie mura domestiche.

POSIZIONE: posizionarsi con le gambe in alto, talloni uniti, piedi extra-ruotati tra di loro. Le braccia anch’esse extra-ruotate con le scapole ben aderenti al suolo. Inizialmente non importa che le gambe sono leggermente flesse.
MODALITA’ ESECUTIVA:  inspirare normalmente e durante fase espiratoria (lenta e continua per 5/6 sec.) spingere i talloni verso l’alto mantenendo i piedi a martello. Crescere con la testa immaginando di allontanare il collo dalle spalle e con il mento in direzione dello sterno. Per evitare compensazioni, è’ importante mantenere i contatti iniziali con il terreno.  


 

























giovedì 10 aprile 2014

CONOSCIAMO L’ARTROSI E COME GESTIRLA...LA CHINESITERAPIA: UN PRESUPPOSTO FONDAMENTALE

ART. PUBBLICATO sul "FINANZIERE"

Mensile di attualità, cultura e informazione professionale della Guardia di Finanza,
fondato nel 1886.

A cura

Beniamino Colagrosso* e Massimo Alfieri**

L’artrosi è una patologia cronica degenerativa che colpisce le articolazioni, dapprima la cartilagine articolare e in seguito l’osso sottostante con conseguenti deficit funzionali.
I sintomi caratteristici sono il dolore, la rigidità e la limitazione funzionale delle articolazioni colpite, intensificandosi durante i movimenti, come il salire o scendere le scale, quando colpisce gli arti inferiori. Nel tempo, il dolore si presenta anche a riposo, disturbando il sonno notturno.
Le mani, le ginocchia, le anche, la colonna nel tratto lombare e cervicale, sono le sedi più colpite dall’artrosi.
Il nostro corpo, per difendersi dal dolore, mette in atto una serie di strategie posturali antalgiche di difesa, causando nel tempo squilibri motori importanti con alterazioni fisiologiche e meccaniche anche a carico di altre strutture anatomiche.
E’ proprio la retrazione muscolare riflessa di difesa che aumenta la pressione intra-articolare creando un circolo vizioso.
Generalmente le principali cause dell’insorgere dell’artrosi vengono attribuite ad una alterata meccanica articolare, conseguenza di traumi o alterazioni posturali, oppure derivante da deficit metabolico e/o di lubrificazione. Come tutte le patologie esistono fattori predisponenti e aggravanti, tra i quali: l’età, il sovrappeso, vita sedentaria, squilibri ormonali, acidificazione corporea, ecc..
In futuro si stima un aumento di soggetti che incorreranno in questa patologia, causa crescita della popolazione anziana e delle persone in sovrappeso.
Ma allora, è possibile guarire dall’artrosi, o quantomeno prevenirla? Sicuramente non è possibile guarire, trattandosi di una patologia cronico degenerativa, ma si può rallentare il processo di deterioramento cartilagineo.
Sebbene non esista una cura che possa andar bene per tutti, a causa dei numerosi fattori soggettivi che ne condizionano il risultato, diventa fondamentale l’intervento del terapista per rimuovere le disfunzioni neuromuscolari e ripristinare le corrette informazioni sia recettoriali che motorie.
Successivamente, il riabilitatore, dovrà iniziare un programma motorio specifico di rinforzo muscolare finalizzato al consolidamento dei risultati ottenuti ed al miglioramento della qualità di vita del paziente.
Per evitare l’innesco dei meccanismi di difesa prima accennati, che complicherebbero il quadro clinico, bisognerebbe agire già dai primi sintomi.
 
 
Le mani, le ginocchia, le anche, la colonna nel tratto lombare e cervicale, sono le sedi più colpite dall’artrosi.
Il nostro corpo, per difendersi dal dolore, mette in atto una serie di strategie posturali antalgiche di difesa, causando nel tempo squilibri motori importanti con alterazioni fisiologiche e meccaniche anche a carico di altre strutture anatomiche.
E’ proprio la retrazione muscolare riflessa di difesa che aumenta la pressione intra-articolare creando un circolo vizioso.
Generalmente le principali cause dell’insorgere dell’artrosi vengono attribuite ad una alterata meccanica articolare, conseguenza di traumi o alterazioni posturali, oppure derivante da deficit metabolico e/o di lubrificazione. Come tutte le patologie esistono fattori predisponenti e aggravanti, tra i quali: l’età, il sovrappeso, vita sedentaria, squilibri ormonali, acidificazione corporea, ecc..
In futuro si stima un aumento di soggetti che incorreranno in questa patologia, causa crescita della popolazione anziana e delle persone in sovrappeso.
Ma allora, è possibile guarire dall’artrosi, o quantomeno prevenirla? Sicuramente non è possibile guarire, trattandosi di una patologia cronico degenerativa, ma si può rallentare il processo di deterioramento cartilagineo.
Sebbene non esista una cura che possa andar bene per tutti, a causa dei numerosi fattori soggettivi che ne condizionano il risultato, diventa fondamentale l’intervento del terapista per rimuovere le disfunzioni neuromuscolari e ripristinare le corrette informazioni sia recettoriali che motorie.
Successivamente, il riabilitatore, dovrà iniziare un programma motorio specifico di rinforzo muscolare finalizzato al consolidamento dei risultati ottenuti ed al miglioramento della qualità di vita del paziente.
Per evitare l’innesco dei meccanismi di difesa prima accennati, che complicherebbero il quadro clinico, bisognerebbe agire già dai primi sintomi.

CONSIGLI UTILI
 
Per eliminare il dolore è indispensabile intervenire direttamente sull’articolazione deficitaria con terapia farmacologica e fisica, senza trascurare che la causa potrebbe dipendere da un’alterazione del metabolismo generale o da uno scompenso meccanico a livello posturale.
Conseguentemente la chinesiterapia assistita, riveste un ruolo cruciale nell’eliminare i compensi e ristabilire un corretto schema corporeo.
I terapisti del Comando Quartier Generale, finita la riabilitazione, consigliano ai pazienti un protocollo di lavoro personalizzato di esercizi di mobilizzazione articolare controllata, di allungamento globale decompensato “metodo Mezieres”, di potenziamento muscolare e attività aerobica a bassa intensità per un benessere cardiocircolatorio e respiratorio.
Proprio per la sua natura multifattoriale, sempre sotto il parere del medico, sarebbe bene assumere anche degli integratori come Glucosamina e Basenpulver, per un miglioramento del metabolismo locale e generale.
Per il successo terapeutico è bene rispettare i tempi di adattamento fisico alla terapia proposta, quindi gradualità nei carichi nel ricondizionamento muscolare.
 
 
“DIVENTIAMO I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SALUTE”